Il caldo estremo nell’emisfero settentrionale non risparmia nemmeno l’Artico. Uno degli effetti delle sempre più frequenti ondate di caldo e dei cambiamenti climatici sono gli enormi incendi boschivi che colpiscono la regione. Questi episodi potrebbero aumentare le emissioni di gas serra al terzo livello più alto degli ultimi due decenni per il mese di giugno.
Si prevede che gli incendi peggioreranno fino ad agosto
- L'allarme è stato lanciato nei giorni scorsi in un comunicato di Copernicus, il servizio di monitoraggio climatico dell'Unione europea.
- Fino ad allora, le emissioni più elevate nel Circolo Polare Artico erano state registrate nel 2019 e nel 2020, rispettivamente con 16,3 megatonnellate e 13,8 megatonnellate.
- Nel giugno di quest'anno ammontavano a 6,8 megatoni.
- La situazione, però, è destinata a peggiorare.
- Le previsioni indicano che il picco degli incendi boschivi nella regione si verificherà nei mesi di luglio e agosto.
Per saperne di più
Le temperature nell’Artico sono aumentate più rapidamente rispetto al resto del mondo
La maggior parte degli incendi si trovano nella Russia nord-orientale, nella regione della Siberia. Lì, ampie porzioni di foresta e steppa erano già state consumate dagli incendi nell’estate del 2021. Secondo le autorità russe, attualmente sono almeno 176 gli incendi, che interessano una superficie di 619mila ettari, l’equivalente di due terzi della superficie totale. città di San Paolo.
I ricercatori spiegano che con l’aumento delle temperature nell’Artico, gli incendi diventano più comuni anche nelle aree ad alta latitudine. Questi fenomeni molto intensi possono consumare le foreste boreali e la tundra, rilasciando enormi quantità di gas serra che prima erano confinati nel suolo.
Secondo Copernicus temperature fino a 7 ºC superiori alla media registrata tra il 1991 e il 2020 e piogge scarse favoriscono il verificarsi di incendi. Il servizio di monitoraggio climatico dell’Unione Europea avverte che l’Artico si sta riscaldando a un ritmo ben superiore a quello del pianeta nel suo insieme.
Il fumo sprigionato dalle fiamme può depositarsi anche sul ghiaccio. Ciò riduce la capacità del ghiaccio di riflettere la radiazione solare, facendo sì che sia la terra che il mare sottostante assorbano più calore, sottolineano gli esperti.