La zanzara è un insetto che, attraverso la sua puntura, può causare di tutto, da piccoli disagi, come il prurito, a malattie gravi, come la zika, la febbre dengue, la malaria e la febbre gialla. Ma, in fondo, come fa questo animale a cacciare e a scegliere chi mordere?
Uno studio condotto da scienziati dell'Università della California mostra che questo insetto utilizza il rilevamento della luce infrarossa e indicatori corporei come gli odori e la CO₂ emessa dal respiro per trovare una persona e morderla. Continua a leggere e scopri di più!
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Come è stato effettuato lo studio?
Esistono diverse specie di zanzare diffuse in tutto il mondo. Per effettuare lo studio, gli scienziati hanno scelto di utilizzare la zanzara Aedes aegiziresponsabile della trasmissione della dengue. Come una delle sue caratteristiche principali, non ha una buona vista.
Inoltre, gli odori umani da soli non funzionano come indicatori ideali della preda, poiché il vento o il movimento della preda rendono difficile per gli insetti localizzarla. Pertanto, i ricercatori sospettavano la capacità degli infrarossi.
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Per giungere a questa scoperta, sono state messe in cattività 80 zanzare femmine, di età compresa tra una e tre settimane. Sono state inserite nell'ambiente vittime artificiali con tre diverse caratteristiche: CO₂ nella concentrazione presente nel respiro umano, piastre termoelettriche (responsabili dell'emissione infrarossa) e odori umani.
Gli scienziati hanno poi registrato le zanzare e osservato i comportamenti di ricerca, ovvero hanno visto le zanzare atterrare, camminare ed estendere la loro proboscide (il “becco”) attraverso il grande contenitore, riferendosi al momento in cui l’animale atterra sull’uomo e controlla la pelle per eseguire la puntura.
Per effettuare lo studio in modo efficace, alcuni insetti sono stati esposti a una piastra che emetteva radiazioni infrarosse e si trovava a 34°C, che rappresenta la temperatura corporea media. Un altro gruppo è stato esposto a 29,5 °C, una temperatura che gli animali preferiscono però senza infrarossi.
Entrambi i gruppi non avevano molto interesse per le prede con solo queste caratteristiche. Pertanto, gli scienziati hanno preparato un ambiente con odore umano, CO₂ e infrarossi, che ha fatto raddoppiare la caccia.
In questo modo si è scoperto che è proprio questo contesto ad attrarli. Un'altra scoperta fatta è che i sensori a infrarossi si trovano nelle antenne degli insetti, perché la rimozione del gene TRPA1 – una proteina sensibile alla temperatura – dagli insetti, ha fatto perdere loro la capacità di identificare lo spettro.