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Il professore che combatte le frodi sull'intelligenza artificiale è accusato di… diffondere notizie false

Jeff Hancock, professore alla Stanford University e direttore del Social Media Lab, è stato accusato di aver diffuso disinformazione generata dall'intelligenza artificiale (AI) mentre prestava servizio come esperto in un caso giudiziario sulla regolamentazione dei deepfake.

L'accusa, riportata dal Minnesota Reformer, è sorta nell'ambito del caso Kohls v. Ellison, presentata da uno YouTuber e rappresentante dello stato del Minnesota, che contesta la costituzionalità di una nuova legge statale.

La legge vieta l’uso di deepfake con l’intento di influenzare le elezioni, qualcosa che il querelante Christopher Kohls sostiene sia una violazione della libertà di parola garantita dal Primo Emendamento.

Il professore avrebbe citato uno studio che non esiste

  • Hancock ha presentato durante il procedimento la sua opinione di esperto, incluso un riferimento a uno studio che avrebbe dimostrato che, anche se informate dell'esistenza dei deepfake, le persone avrebbero ancora difficoltà a distinguere tra contenuti reali e manipolati.
  • Tuttavia, gli avvocati di Kohls hanno affermato che lo studio menzionato da Hancock, intitolato “L’influenza dei video deepfake sugli atteggiamenti e comportamenti politici”non esiste.
  • Hanno suggerito che la citazione fosse probabilmente una “allucinazione” generata dall’intelligenza artificiale, forse attraverso un modello linguistico come ChatGPT. Questa accusa mette in dubbio la credibilità della testimonianza di Hancock.
Il professore che avrebbe citato contenuti falsi è un esperto di deepfake – Immagine: R.bussarin/Shutterstock

Per saperne di più:

Il caso riguarda una delle 20 leggi statali degli Stati Uniti che regolano l’uso dei deepfake durante le campagne elettorali.

Queste leggi mirano a impedire che i video manipolati vengano utilizzati per danneggiare i candidati o influenzare gli elettori, soprattutto se il materiale è prodotto senza il consenso della persona ritratta e con l'obiettivo di manipolare i risultati elettorali.

La causa ha generato polemiche e Hancock deve ancora rispondere alle accuse secondo cui la sua citazione sarebbe stata generata dall'intelligenza artificiale.

Immagine di un volto scritto deepfake in alto e che esce da uno smartphone
Il professore avrebbe generato materiale con uno strumento come ChatGPT e avrebbe utilizzato il contenuto come argomento nel processo (Immagine: Shutterstock)

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