Piazza Armerina, Enna – Johary, la mamma di Larimar, è convinta da sempre che sua figlia non si sia uccisa. «L’hanno uccisa, ho fiducia nella giustizia, mi conforta sapere che anche chi indaga pensi che ci sia qualcosa che non torna, la verità verrà a galla, vedrete». Intervistata dal Corriere della Sera dichiara: «Parlerò presto con il procuratore».
Lei è convintissima che sia stato un omicidio. Ha qualche sospetto? «Ho tantissimi sospetti. Mi sono fatta delle idee e ho in testa dei nomi che però ovviamente non posso dirle». Scusi, ma chi poteva sapere che sua figlia fosse a casa sola, quel giorno, per ucciderla. Lei e suo marito siete usciti per caso… «Siamo usciti 40-45 minuti. Impossibile che lei abbia pensato e messo in pratica di uccidersi in quel modo così brutale…». Brutale? «Sì, brutale. Era tutta legata fino ai piedi, aveva le braccia libere, le corde erano due; non erano avvolte attorno al collo, lei era come “appoggiata” a una delle corde. Le ginocchia toccavano terra e ci sono ancora le fossette che lo dimostrano. La sedia trovata lì non aveva l’impronta delle sue scarpe che erano bianche e pulite, anche se ci è arrivata fra erba e terra». La lite a scuola, l’ipotesi che girasse un video intimo di lei, le offese e le umiliazioni dei suoi compagni. Che cosa ne sapete voi familiari di tutto questo? «L’hanno offesa e aggredita, questo sappiamo. Quando siamo andati a prenderla a scuola mi ha detto “è successo qualcosa di brutto” e certo qualcosa è successo, quella mattina. I suoi compagni hanno scritto dei bigliettini per ricordarla. Uno dice: perdonaci per tutte le brutte parole che sono uscite dalle nostre bocche. Per me è una confessione del male che le hanno fatto».