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«Vivo da due anni a Berlino»

Berlino – A gennaio ha compiuto 40 anni. Il 7 novembre è partito da Gallipoli, in provincia di Lecce, un tour teatrale con il quale celebra i suoi primi quindici anni di carriera: era il 2009 quando Caterina Caselli con la sua etichetta discografica Sugar la presentò in gara al Festival di Sanremo, tra le “Nuove proposte”, con quella Come foglie scritta per lei da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. L’inizio di una lunga avventura. Per Malika Ayane, che sabato sera farà tappa con la sua tournée al Parco della Musica, è già tempo di bilanci: «Ma le somme le ho tirate un po’ prima di spegnere le quaranta candeline, mentre chiudevo l’esperienza in teatro con la nuova versione di Cats, in cui tra il 2022 e il 2023 ho interpretato Grizabella, preparandomi a inaugurare questo nuovo corso della mia carriera. Nel frattempo mia figlia (Mia, ndr), ormai maggiorenne, ha finito il liceo: “Insomma, come è andata fin qui?”, mi sono detta».

Che risposta si è data?


«Affatto male. Mi sono data una pacca sulla spalla: sono stata brava».

È guarita dalla microfrattura che si è procurata ad agosto e che l’ha portata a rinunciare alla maratona di New York?

«No, sono ancora fratturata. Ma la lesione si sta ricomponendo e non devo operarmi».

La carriera di Malika Ayane fin qui che maratona è stata?

«Non mi piace parlare di carriera, perché suppone una visione competitiva che non ho. Parlerei di percorso. Ho girato mezzo mondo. Quest’estate sono arrivata pure in Cina. Qualcosa di buono l’ho fatto. I teatri sono pieni».

Lo dice da sola?

«Oggi ho delle consapevolezze, mentre prima di iniziare questo tour non ne avevo. E quindi sì».

Cosa la spaventava?

«“Andrà bene? Avrà senso quello che sto preparando?”, mi chiedevo. Le risposte le hai prima quando in sala prove cominci a suonare con i tuoi musicisti e puoi toccare con mano ciò che fino ad allora era solo nella tua testa. E poi quando canti davanti alle persone. Già dopo la prima data mi sono tranquillizzata».

Cosa succede sul palco?

«C’è un gruppo di musicisti che suonano divinamente delle canzoni e una cantante, io, che le canta con tanto amore. Sul palco mi accompagnano i chitarristi Jacopo Bertacco e Stefano Brandoni, il batterista Filippo Cornaglia, il tastierista Marco Guazzone e il bassista Raffaele Trapasso. È un concerto, nel senso più classico della parola: molto poco contemporaneo rispetto alla tendenza al gigantismo che caratterizza il mondo della musica dal vivo di questi anni, tra grandi numeri e effetti speciali. Qui non ce ne sono».

Il suo ultimo singolo, “Sottosopra”, quest’estate è girato parecchio in radio, ma su Spotify ha fatto meno di 1 milione di ascolti: com’è possibile?

«Non ci ho fatto nemmeno caso. Io sono soddisfatta di come sia andata. Non tutte le cose possono fare milioni di streaming. E in un mondo di confronti così spietati, non presto attenzione ai numeri. Non ho chissà quali ambizioni, su quel versante. Del resto, non sono mai stata un idolo delle folle. Non sono stata programmata per essere una popstar. Non è un caso che Caterina (Caselli, ndr) mi abbia presentata ad artisti come Gino Paoli o Paolo Conte. Sarebbe sbagliato aspettarsi da me una cosa alla Dua Lipa (ride)».

Chi era Malika Ayane quando quindici anni fa firmò il suo primo contratto discografico?

«Una ragazza che faceva l’assistente di quello che poi è diventato il produttore dei suoi primi due dischi, Ferdinando Arnò. Con tanti sogni e poche certezze».

E oggi?

«Una signora, e mentre lo dico muoio dentro (ride), che ha lo stesso tipo di stimoli e di fame di allora. E tra un po’ tornerò con un nuovo album».

Cosa racconta la musica che sta scrivendo?

«La quotidianità».

La sua, di quotidianità, com’è?

«Vita lenta. Leggo, vado al mercato, studio musica e rifletto. Vivo da due anni a Berlino, una città aperta, inclusiva».

Il giorno dopo suo il concerto Carlo Conti annuncerà i nomi dei big in gara a Sanremo 2025. Ci sarà il suo?

«No. Non ho presentato pezzi. Voglio lavorare con calma al disco, che segnerà il mio ritorno alle origini. Dopo il musical, il programma condotto su Rai Radio2 E invece era un calesse – Storie di ordinaria e straordinaria delusione e il romanzo Ansia da felicità dello scorso anno, ora voglio tornare a fare solo la musicista».

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