Un nuovo studio condotto da scienziati dell’Università di Roma “La Sapienza” ha rivelato dettagli su una civiltà romana dimenticata. Il team ha analizzato il DNA antico di oltre 100 scheletri provenienti da diverse necropoli in un periodo di oltre mille anni, creando un “ritratto genomico” del popolo picentino.
Capire:
- I ricercatori hanno analizzato il DNA antico dei Picentini, un'antica civiltà romana dimenticata;
- I Picentini abitarono il versante medio adriatico dell'Italia centrale tra il IX e il III secolo aC;
- Oltre ad una spiccata cultura artistica, i Picentini erano anche popolo guerriero;
- L’analisi del DNA ha mostrato caratteristiche “peculiari”, come un’alta percentuale di individui con occhi azzurri e capelli biondi.
Statua del Guerriero di Capestrano, antico guerriero picentino. (Immagine: EBRIMINI/Shutterstock)
Come scrive il team nell'articolo Biologia del genomai Picentini – o Picenti – furono una civiltà che “fiorì sul versante medio adriatico dell'Italia centrale” durante il IX e il III secolo a.C. Oltre ad una spiccata cultura artistica, i Picentini erano anche un popolo guerriero e avevano l'abitudine di decorare le loro tombe con oggetti come spade e lance.
Per saperne di più:
Il DNA picentino presenta caratteristiche “peculiari” dell’antica civiltà romana
Come spiega in una nota Eugenia D'Atanasio, autrice dello studio, le analisi hanno evidenziato che i picentini “condividevano un patrimonio genetico comune con altre culture contemporanee e in continuità con le precedenti culture italiche”, oltre a proporre che gran parte della popolazione aveva occhi azzurri e capelli biondi.
Antichi ornamenti in bronzo del popolo picentino. (Immagine: Accurimbono/Wikimedia Commons)
Il team descrive le caratteristiche come “particolari”, considerando che erano meno comuni tra gli altri popoli antichi della regione – e anche nella popolazione contemporanea dell’Italia. Il fenomeno può essere spiegato con il maggior flusso di commerci e di persone nell'Adriatico e nel Mediterraneo rispetto al Tirreno.
“Le popolazioni adriatiche presentavano caratteristiche peculiari legate a continui scambi commerciali e culturali, riflettendo un complesso mosaico di interazioni che hanno modellato diversamente il patrimonio genetico picentino”, aggiunge D'Atanasio.