Con una sentenza storica, la Corte Suprema Federale (STF) deciderà, questo mercoledì (27), questioni cruciali sul futuro dei social network in Brasile. All'ordine del giorno tre casi che mettono in discussione la responsabilità delle piattaforme digitali per i contenuti generati dai loro utenti, tema centrale nel Marco Civil da Internet, la legge che regola l'uso di internet nel Paese.
Cosa c'è in gioco?
Il punto centrale della discussione è l’articolo 19 del Marco Civil da Internet, che esonera le piattaforme dalla responsabilità per i contenuti generati da terzi, salvo provvedimento del tribunale. Questa norma, che mira a garantire la libertà di espressione, viene messa in discussione da più punti di vista.
- Facebook e a censura: Il social network mette in dubbio la costituzionalità dell'articolo 19, sostenendo che l'obbligo di rimuovere contenuti senza un ordine del tribunale costituisce censura e viola la libertà di espressione degli utenti;
- Google e la responsabilità dei contenuti: Google, in un caso relativo all'ex Orkut, si chiede se un fornitore di servizi possa essere ritenuto responsabile della memorizzazione di contenuti offensivi e se debba effettuare un controllo preventivo di tale materiale;
- Partito della Cittadinanza e blocco delle piattaforme: Il partito Cittadinanza chiede il divieto delle decisioni dei tribunali che sospendono il funzionamento delle piattaforme digitali, sostenendo che queste misure violano la libertà di comunicazione.
Di seguito, descriviamo in dettaglio ciascun caso.
Per saperne di più:
Implicazioni della decisione della STF sui social media
- La decisione della STF avrà un impatto significativo sullo scenario digitale brasiliano;
- Secondo il g1se l'articolo 19 sarà mantenuto nella sua forma originaria, le piattaforme continueranno ad avere un'ampia tutela giuridica contro la responsabilità per contenuti generati da terzi;
- D’altro canto, se la Corte decidesse che le piattaforme debbano assumere un ruolo più attivo nella moderazione dei contenuti, ciò potrebbe comportare una maggiore responsabilità per le aziende per false informazioni, incitamento all’odio e altri tipi di contenuti dannosi;
- La questione in discussione è complessa e coinvolge un delicato equilibrio tra libertà di espressione e necessità di combattere la disinformazione e l’incitamento all’odio sui social media;
- La decisione della STF avrà ripercussioni non solo in Brasile, ma in tutto il mondo, poiché il Paese è uno dei mercati digitali più grandi del pianeta.
Maggiori dettagli sui casi in gioco
Innanzitutto è necessario sottolineare che l'articolo 18 del Marco Civil da Internet garantisce che gli operatori internet non possano essere ritenuti responsabili per i danni causati da contenuti di terzi.
Detto questo, dettagliamo ogni caso che verrà messo in discussione. L'attuale Meta si riferisce a un ricorso che l'azienda ha presentato alla STF nel 2017 mettendo in discussione una decisione che l'ha costretta a rimuovere un profilo falso e a fornire dati sul computer dell'utente del profilo in questione.
Ma Facebook ha affermato che richiedere ai social network di monitorare ed eliminare i contenuti generati da terzi, senza una decisione del tribunale, comporta il rischio di censura e di limitazione della libertà di espressione degli utenti.
Nello stesso anno, Google ottenne un ricorso relativo ad un caso del 2009, relativo a Orkut e quando non esisteva il Marco Civile da Internet, in cui un insegnante di scuola superiore chiese che si creasse una comunità sul social network, chiamata “Odio Aliandra ”, è stato cancellato perché veniva utilizzato per trasmettere contenuti offensivi.
Tuttavia, Google ha respinto la richiesta e la Corte ha capito che, a causa di ciò, le grandi tecnologie potrebbero essere ritenute responsabili. In risposta, la società ha affermato che l'esclusione della comunità prima della decisione del tribunale violerebbe la libertà di espressione degli utenti.
Infine, la causa Cidadania è stata intentata nel 2016 e riguarda un blocco di WhatsApp in Brasile a seguito di una decisione del tribunale. Il partito ha affermato che la misura viola la libertà di comunicazione e ha chiesto che tali ordini siano vietati.
Cosa aspettarsi?
La decisione della STF su questi casi sarà attentamente monitorata da esperti di diritto digitale, aziende tecnologiche, attivisti per i diritti umani e dalla società in generale. L’esito della sperimentazione avrà un impatto duraturo sul modo in cui utilizziamo Internet in Brasile.