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« Nessuno può più negare » che ci sia stato un tentativo di colpo di stato » Political Connection

Lula, PT, Ricerca
Foto: Marcelo Camargo/Agência Brasil

Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT) ha dichiarato giovedì (28) che “nessun altro può negare” l’esistenza di un movimento golpista per impedirgli di assumere la presidenza della Repubblica nel gennaio 2023. La dichiarazione è stata fatta durante il lancio del programma Periferia Viva, al Palácio do Planalto.

“Sapete cosa sta succedendo nella politica mondiale e nella politica brasiliana. Conosci la quantità di bugie e odio, conosci il tentativo di colpo di stato nel 2008 [2022]che ormai sta diventando realtà, nessuno può più negarlo”, ha affermato il presidente. Secondo Lula “hanno tentato di fare un colpo di stato per impedirci di assumere la presidenza della Repubblica”.

Le dichiarazioni di Lula giungono alla luce della decisione del ministro Alexandre de Moraes, della Corte Suprema Federale (STF), di rimuovere la riservatezza dell'indagine della Polizia Federale (PF) sul presunto colpo di stato del 2022. Il rapporto finale del PF sottolinea che l’ex presidente Jair Bolsonaro (PL) avrebbe guidato lo sforzo per una rottura democratica, ma il tentativo è fallito a causa di “circostanze indipendenti dalla sua volontà”.

Secondo il PF, “le prove ottenute nel corso delle indagini dimostrano inequivocabilmente” che Bolsonaro “ha pianificato, agito e avuto un controllo diretto ed effettivo sugli atti esecutivi compiuti dall’organizzazione criminale che mirava a realizzare un colpo di stato e l’abolizione del potere. lo Stato di diritto democratico”.

Divergenze e domande

Nonostante le dichiarazioni del presidente, le indagini sul caso hanno generato polemiche. Giuristi e analisti sollevano dubbi sullo svolgimento delle indagini e sull'inquadramento giuridico dei fatti, lasciando intendere che vi siano ancora lacune e interpretazioni su cui occorre dibattere.

Settori legali sottolineano che l'incriminazione di Bolsonaro e di altre 36 persone dipende ancora dall'analisi della Procura generale (PGR), che valuterà le prove e deciderà se presentare una denuncia formale. Nel frattempo, l'opposizione critica l'uso politico delle indagini, sostenendo che il processo deve essere condotto con trasparenza e imparzialità.

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