Quando si parla di inquinamento luminoso, solitamente si associa il fenomeno alle osservazioni spaziali, quando l’eccesso di luce artificiale rende difficile vedere le stelle nel cielo notturno. Tuttavia, ci sono altri ambiti toccati da questo movimento, che si trova in un dibattito che spazia dalle questioni ambientali alla sicurezza pubblica.
Cos’è l’inquinamento luminoso?
Come editorialista di Aspetto digitale Marcelo Zurita spiega, l’inquinamento luminoso è il tipo di inquinamento causato dalle luci artificiali, tipico dei grandi centri urbani. Interferisce con diversi ecosistemi e provoca effetti negativi sulla salute umana e animale. Inoltre oscura il cielo notturno, riducendo la visibilità delle stelle e rendendo difficile la pratica dell’osservazione astronomica nei grandi centri.
La ricerca scientifica ha dimostrato che l’inquinamento luminoso può mascherare il ciclo naturale della luna e influenzare gli esseri viventi. Ciò si verifica su una varietà di scale, dalla scala iperlocale (sotto i lampioni) alla scala regionale e persino globale.
Inoltre, questo fenomeno artificiale può persino avere un impatto sugli incidenti stradali.
“L’inquinamento luminoso è un problema presente, ad esempio, sulle strade, dove l’eccesso di luce rende difficile vedere la segnaletica”, spiega l’ingegnere di Novvalight, Filippo Centemero, in un’intervista a Aspetto digitale.
Per saperne di più:
Cosa dice la scienza?
In una dichiarazione pubblica rilasciata nel giugno 2016, l’American Medical Association (AMA) richiede un’immediata revisione dei sistemi di illuminazione pubblica e avverte che i sistemi di illuminazione a LED si stanno evolvendo in modo inappropriato.
Attraverso recenti ricerche sul ciclo circadiano, la cronobiologia e le cronoterapie, la luce artificiale notturna è stata classificata come una delle cause del cancro, in particolare quella che contiene lo spettro blu.
Secondo Felippo non ci sono leggi importanti in materia, solo poche leggi che limitano le luci nelle aree con animali. “Attualmente non esiste alcuna regolamentazione in Brasile. In alcuni punti c’è una limitazione, ma su questo non ci sono dati concreti”.
Cosa si può fare?
UN Associazione internazionale del cielo scuro (IDA) raccomanda l’uso di fonti di luce artificiale nello spettro ambra, che non contengono lo spettro blu o UV, per ambienti esterni e pubblici, cercando di mitigare i danni all’uomo e all’ambiente.
“Quello che proponiamo è un tipo di illuminazione intelligente. Oggi si tende a cercare di rendere i luoghi il più illuminati possibile, ma a seconda delle circostanze questo può essere uno spreco di energie e portare altre conseguenze”, conclude l’esperto.
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