L’inchiesta della polizia militare aperta per indagare sui militari intorno agli attacchi dell’8 gennaio porta « prove di responsabilità » dal Segretariato per la sicurezza e il coordinamento presidenziale, che fa parte del portafoglio GSI (Institutional Security Office).
L’inchiesta ha concluso che, se ci fosse stata una pianificazione “adeguata” all’inizio del governo del presidente Lula (PT), sarebbe stato possibile evitare l’invasione del palazzo o minimizzare i danni.
Il rapporto confidenziale è stato ottenuto da Folha de S.Paulo e confermato dal Political Connection, è stato finalizzato il 2 marzo e ha ricevuto un complemento il 14 di quel mese.
L’inchiesta indica la responsabilità della segreteria del GSI —DSeg—, del Dipartimento della sicurezza presidenziale.
Secondo l’inchiesta militare, nell’ambito del GSI, “è evidente” che “la progettazione, l’attivazione e l’impiego” di personale militare “con riguardo ad azioni relative al mantenimento dell’integrità fisica del Palazzo Planalto e dintorni” è il responsabilità della segreteria.
Nel documento si evidenzia che, secondo il protocollo che definisce l’azione del GSI e del CMP (Comando Militare del Planalto) a difesa del palazzo (denominato Piano Operativo Scudo), spettava al DSeg “attivare lo spostamento” delle truppe d’assalto dell’Esercito.
Si dice anche che fosse dovere della segreteria “cercare informazioni essenziali per la pianificazione di azioni preventive” da Abin (Agenzia di intelligence brasiliana) e dagli organi della Segreteria di Pubblica Sicurezza del Distretto Federale, cosa che non è stata fatta.