Il Brasile affronta un’epidemia di ansia. Questo perché il paese ha il più alto numero di persone ansiose al mondo, secondo l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità). Circa 18,6 milioni di brasiliani – pari al 9,3% della popolazione – convivono con il disturbo. Nonostante ciò, esiste ancora un tabù sull’uso di farmaci per curare l’ansia.
Per chi ha fretta:
- Il Brasile è il paese con il maggior numero di persone ansiose al mondo, secondo l’OMS;
- Nel Paese convivono più di 18 milioni di persone – che rappresentano quasi il 10% della popolazione;
- Gli psichiatri avvertono che i pazienti sono resistenti all’assunzione di farmaci a causa di miti (ad esempio: dipendenza, effetti collaterali e aumento di peso);
- Altri esperti avvertono anche della « medicalizzazione » del comportamento umano e dell’eccessiva diagnosi da parte della « gente comune ».
Gli psichiatri Daniel Martins de Barros e Neury Botega sottolineano che esiste resistenza da parte dei pazienti in relazione all’uso di farmaci per curare l’ansia, a causa di miti come dipendenza, effetti collaterali negativi e aumento di peso.
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Tuttavia, sottolineano che la prescrizione del farmaco si basa su un rapporto costi-benefici favorevole al paziente, considerando i possibili effetti collaterali.
Ansia in Brasile
Secondo Neury Botega, prima del 1990, i medici avevano risorse inadeguate per trattare l’ansia, prescrivendo frequentemente droghe pesanti (p. es., barbiturici).
Dalla divulgazione della fluoxetina, nota anche come Prozac, c’è stato un cambiamento nel paradigma del trattamento dell’ansia, con l’uso di farmaci che aumentano l’attività del neurotrasmettitore serotonina.
La durata del trattamento per l’ansia varia e può essere temporanea o permanente.
Secondo lo psichiatra Daniel Martins de Barros, ci sono casi in cui i pazienti saranno dimessi e non avranno più bisogno di farmaci, mentre altri dipenderanno da loro per tutta la vita.
L’ansia può essere paragonata all’ipertensione perché, se incontrollata, può diventare cronica. Il controllo può essere raggiunto attraverso l’attività fisica, la meditazione e la terapia, ma la minaccia sarà sempre presente.
‘medicalizzazione’
Lo storico Leandro Karnal sottolinea la medicalizzazione del comportamento umano, citando l’uso di farmaci per trattare problemi come la mancanza di attenzione in classe.
Se lo studente non riesce a tenere il passo con le lezioni, gli danno la medicina. Non tutti coloro che non prestano attenzione hanno il disturbo da deficit di attenzione. La lezione può essere davvero noiosa.
Leandro Karnal, storico, professore e editorialista
A sua volta, la psicologa Rosely Sayão mette in guardia contro le diagnosi eccessive, sia da parte dei profani che da parte degli operatori sanitari.
Sostiene che al giorno d’oggi usiamo spesso la logica medica per etichettare le persone in base a condizioni, ad esempio: avere un disturbo ossessivo-compulsivo (disturbo ossessivo-compulsivo) e andare fuori di testa.
Questo, secondo lei, cancella l’individualità della persona dietro la diagnosi.
Con informazioni Estadão (con paywall)
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