WeWork prevede di dichiarare fallimento già la prossima settimana, secondo fonti che hanno parlato con il Il giornale di Wall Street.
Si tratterebbe di un’impressionante svolta per la società di spazi per uffici flessibili, che una volta era valutata 47 miliardi di dollari (236,69 miliardi di R$). WeWork sta valutando la possibilità di presentare istanza di fallimento secondo il Capitolo 11 nel New Jersey.
Per saperne di più:
Mancati pagamenti e default
- La società non ha pagato gli interessi dovuti agli obbligazionisti il 2 ottobre, iniziando un periodo di grazia di 30 giorni in cui deve effettuare i pagamenti;
- La mancata osservanza di ciò sarà considerata un evento di inadempienza;
- La società ha raggiunto un accordo con gli obbligazionisti per avere sette giorni in più per negoziare con gli azionisti prima che si verifichi un default.
Difficoltà nella rinegoziazione dei contratti
WeWork ha faticato a rinegoziare i contratti di locazione con i proprietari dopo aver segnalato sostanziali dubbi sulle sue prospettive di sopravvivenza.
L’azienda ha 777 sedi in 39 paesi e ha circa 10 miliardi di dollari (50,3 miliardi di R$) di obblighi di locazione dalla seconda metà di quest’anno fino alla fine del 2027, più altri 15 miliardi di dollari (75,5 miliardi di R$) a partire dal 2028. .
Ristrutturazioni e perdite finanziarie
La società ha registrato una perdita di 530 milioni di dollari (2,6 miliardi di R$) nei primi sei mesi del 2023 e circa 205 milioni di dollari (1,03 miliardi di R$) in contanti a giugno.
WeWork ha subito una ristrutturazione del consiglio di amministrazione, nominando quattro nuovi direttori con esperienza in complesse ristrutturazioni finanziarie.
Le sfide che WeWork deve affrontare
La società è stata danneggiata dalle elevate aspettative che gli investitori avevano nei suoi confronti e il suo cofondatore Adam Neumann è stato estromesso nel 2019 a causa delle preoccupazioni per il suo stile di gestione non convenzionale.
WeWork è diventata pubblica nel 2021 attraverso una fusione con una società di acquisizione per scopi speciali, dopo che i precedenti piani di offerta pubblica iniziale (IPO) erano stati annullati.