Dopo essere stata dimenticata per decenni, la Luna ha nuovamente giocato un ruolo centrale nelle missioni spaziali. Nell’agosto di quest’anno, il Chandrayaan-3 indiano è atterrato in un punto inesplorato del polo sud del satellite naturale della Terra. E per il futuro, Russia e Stati Uniti progettano nuovi viaggi sulla Luna, mentre Francia e Italia stanno collaborando per costruire un habitat per le future basi lunari.
Per saperne di più
La costruzione consentirà la presenza umana permanente sulla Luna
- La società tecnologica italo-francese Thales Alenia Space e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) hanno firmato un contratto per lo sviluppo dell’Habitat Multiuso (MPH) per il progetto Artemis della NASA.
- Il progetto mira a risolvere una questione importante pensando al futuro delle missioni spaziali.
- Una volta che la tecnologia consentirà di stabilire una presenza umana permanente sulla Luna, sarà necessario che anche gli astronauti abbiano un posto dove alloggiare dopo aver lasciato il modulo di atterraggio.
- Le informazioni provengono da New Atlas.
La struttura proteggerà dalle radiazioni cosmiche e dalle temperature estreme
Thales Alenia Space ha già lavorato su habitat orbitali come ESPRIT e I-HAB dell’ESA e HALO di Northrop Grumman, che sono destinati a supportare la stazione spaziale Lunar Gateway della NASA progettata per supportare missioni lunari e nello spazio profondo con equipaggio.
L’MPH è solo un concetto in questo momento, anche se il progetto ha superato l’Elements Initiation Review della NASA in ottobre e si prevede che completerà una Mission Concept Review (MCR) all’inizio del prossimo anno. Nel frattempo, l’azienda cerca di creare le complesse infrastrutture e le catene di approvvigionamento che saranno necessarie per creare l’habitat vero e proprio.
L’habitat è costituito essenzialmente da un cilindro metallico con gambe snodabili e pannelli solari, una parabola per le comunicazioni e una piccola bandiera dell’ASI. Una volta operativa, la struttura sarà in grado di proteggere gli astronauti dalle radiazioni cosmiche, nonché dalle temperature estreme sulla superficie lunare, che vanno da 120°C durante il giorno a -130°C di notte o anche nell’ombra.
Avrà anche un sistema di supporto vitale che fornirà aria, acqua e temperature stabili e abitabili oltre i pochi giorni di cui era capace il vecchio modulo lunare Apollo dei tempi della corsa allo spazio.
Sarà comunque collegato a un alimentatore in grado di sostenere l’habitat durante la notte lunare, non essere vulnerabile alla polvere lunare aderente e distruttiva ed essere compatibile con altro hardware necessario per completare la base.
L’MPH segnerà una pietra miliare storica essendo il primo modulo abitativo italiano ad operare sulla superficie lunare. Questo è motivo di grande orgoglio per la nostra azienda, che possiede competenze tecniche e organizzative uniche per superare sfide di questo tipo.
Franco Fenoglio, responsabile dei programmi di esplorazione planetaria umana e robotica presso Thales Alenia Space