Roma – Seduti a poca distanza l’uno dall’altra, gelidi negli sguardi che non si sono mai rivolti in attesa delle battute finali di un processo che dura ormai da anni. Adriana Volpe e Roberto Parli non sono passati inosservati neanche questa volta tra i corridoi del tribunale di piazzale Clodio. Lei ha riascoltato la ricostruzione della vicenda e la richiesta di tre anni di carcere formulata dalla pm nei confronti dell’ex marito. Si parla di insulti, minacce e offese che hanno portato alla fine della relazione dopo dieci anni. Mai violento fisicamente ma secondo gli inquirenti colpevole di atteggiamenti che hanno contribuito a creare un clima di tensione e paura nella vittima. E di mezzo c’è anche una bambina che all’epoca dei fatti aveva solo 9 anni. «Lei fin dal primo momento ha voluto mettergli contro la piccola – tuona l’avvocato Laura Corbetta, difensore di Parli – e questo atteggiamento di chiusura da parte della Volpe dura ancora oggi».
Un’udienza, quella di ieri mattina, che si è svolta rigorosamente a porte chiuse. Nulla è trapelato all’esterno della quinta collegiale ma appena le porte si sono spalancate non sono mancate le dichiarazioni dei legali. «La ricostruzione della pm è piena di errori – continua l’avvocato Corbetta – e soprattutto mancano gli elementi di colpevolezza come l’abitualità delle condotte. La Volpe lo ha denunciato anche in Svizzera per gli stessi episodi e il procedimento per diffamazione, ingiuria e minaccia si è chiuso con un’archiviazione. E non dimentichiamoci che la signora ha chiesto un risarcimento di 500mila euro, per la bambina certo».
Eppure il capo d’imputazione parla chiaro. Due sono gli anni contestati, il difficile periodo della pandemia tra 2020 e 2021. Secondo la procura Roberto Parli «in abituale stato di alterazione per assunzione di alcol e psicofarmaci maltrattava la moglie da cui è separato e la figlia, sottoponendole a reiterati atti di violenza morale e psicologica, ingiuriandole e umiliandole». Sempre secondo l’accusa il comportamento dell’uomo, svilente nei confronti della Volpe, in quanto madre, «avrebbe destato nella minore uno stato di preoccupazione e paura». Tutto degenera con la partecipazione della conduttrice al Grande Fratello vip nel 2020 durante la quale, secondo Parli, la Volpe non avrebbe mantenuto alcune promesse fatte prima di entrare nella casa. Il matrimonio finisce nel giugno del 2021 e ad ottobre dello stesso anno arriva la querela della Volpe, seguita dalla misura di divieto di avvicinamento disposta nei confronti dell’uomo. Ci sono poi contenuti borderline pubblicati da Parli anche sui social, come spiega l’avvocato di parte civile Giuseppe Marazzita: «Ha fatto un post su Instagram in cui accusava la Volpe di aver consentito a un uomo di girare nudo in casa in presenza della minore. Poi si è pentito e lo ha cancellato. Si tratta di una serie di violenze morali e minacce che hanno causato paura e sofferenza nelle persone offese». Due racconti diametralmente opposti e una vicenda sulla quale a gennaio i giudici emetteranno la loro sentenza.