Modica – Il problema non sono i 600 milioni di euro, che mancano, ma i vincoli per l’esproprio che sono scaduti il 7 gennaio 2023. La politica regionale mente spudoratamente sulla vicenda del tratto autostradale Modica-Scicli nell’ambito del progetto della Siracusa-Gela.
La verità?
È che bisogna ripartire da zero, dalla riapposizione dei vincoli, che hanno durata quinquennale e persino dalla VIA-VAS che risale al 2010.
Gli atti amministrativi
Con decreto del 3 marzo 2017, n. 27, il Direttore Generale del Dipartimento Regionale dell’Urbanistica presso l’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente aveva autorizzato il progetto esecutivo dell’autostrada Siracusa-Gela, riguardante il Tronco 2°, Lotti 9 (Scicli), 10 e 11 (Irminio – Ragusa). Il provvedimento non solo dava il via libera all’opera, ma imponeva anche il vincolo preordinato all’esproprio e dichiarava la pubblica utilità dell’infrastruttura, ai sensi degli articoli 9 e 12 del D.P.R. n. 327/2001.
E però la legge stabilisce i tempi dell’esproprio. Come scrive lo stesso Consorzio per le Autostrade Siciliane, sia il vincolo preordinato all’espropriazione che la dichiarazione di pubblica utilità devono essere attuati entro il termine di cinque anni attraverso l’adozione del decreto di esproprio, come previsto dagli articoli 9, comma 2, e 13, comma 4, del D.P.R. n. 327/2001. In mancanza di tale adozione, la dichiarazione di pubblica utilità perde efficacia e qualsiasi eventuale decreto di esproprio risulta illegittimo, come confermato dalla giurisprudenza amministrativa (Consiglio di Stato, Sez. IV, 26 gennaio 2021, n. 778).
I tempi si erano allungati grazie al Covid
Nel caso del progetto Siracusa-Gela, il termine di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità era stato fissato al 31 marzo 2022, ma è stato successivamente prorogato al 7 gennaio 2023 per effetto delle norme COVID. Tuttavia, entro tale data il Consorzio non ha adottato alcun decreto di esproprio, come ammesso nella nota ufficiale del 9 gennaio 2023 (prot. n. 936), che si limita ad annunciare l’avvio del relativo procedimento.
Tutto da rifare. Abbiamo scherzato
La scadenza del termine ha comportato la definitiva inefficacia sia del vincolo preordinato all’esproprio sia della dichiarazione di pubblica utilità contenuti nel decreto del 2017. Di conseguenza, qualsiasi provvedimento di esproprio adottato successivamente sarebbe illegittimo. Ma non è tutto: poiché i vincoli e i termini erano strettamente collegati al provvedimento di approvazione del progetto, l’intero iter autorizzativo dovrà essere ripetuto. Ciò implica anche la necessità di una nuova valutazione di impatto ambientale (VIA) e di una valutazione ambientale strategica (VAS), considerato che quelle precedenti risalgono al 2010 e sono ormai obsolete rispetto agli standard normativi e ambientali attuali.
Contrariamente a quel che dicono i politici regionali, il problema non sono i soldi (che mancano) ma la necessità di rifare daccapo la procedura amministrativa. Passeranno anni, parecchi, con buona pace di tutti.