Roma – Il bonus Natale, previsto per quest’anno dal decreto Omnibus con lo scopo di dare una spinta ai consumi delle famiglie italiane nel periodo pre-natalizio, sarà erogato ai lavoratori dipendenti nella busta paga di dicembre insieme alla tredicesima mensilità. L’una tantum da 100 euro, con l’ampliamento della platea dei potenziali beneficiari apportato attraverso il decreto legislativo 113/2024, spetterà a circa 4,6 milioni di persone (rispetto al milione iniziale), grazie all’inclusione dei single con figli a carico. Così il costo, secondo le stime,sale da 100 a 225 milioni di euro. L’Agenzia delle Entrate ha di recente pubblicato le nuove indicazioni per ottenere l’indennità (con la circolare 22/E). Viene riconosciuta dai datori di lavoro ai propri dipendenti con reddito fino a 28 mila euro e almeno un figlio a carico a prescindere dal fatto che siano coniugati, separati, divorziati o conviventi. Vediamo quali sono i requisiti e come ottenere il bonus Natale.
L’aiuto economico è riservato ai redditi medio-bassi. Per ottenere l’incentivo, infatti, il proprio reddito complessivo non deve superare i 28 mila euro nell’anno in corso. Inoltre, è necessario avere capienza fiscale: significa che l’imposta lorda sui redditi di lavoro dipendente, cioè l’Irpef, deve avere un importo superiore alle detrazione che spettano ai lavoratori dipendenti. Non è, poi, possibile il cumulo all’interno dello stesso nucleo familiare e sarà un solo membro a ricevere il bonus Natale.
Dalla guida delle Entrate emerge che il bonus Natale non è cumulabile all’interno del medesimo nucleo familiare. Non riguarda i genitori single ma, ad esempio, se due coniugi o conviventi (non legalmente ed effettivamente separati) sono entrambi lavoratori dipendenti con reddito inferiore a 28 mila euro e hanno almeno un figlio fiscalmente a carico – quindi rispettano tutti i requisiti necessari – sarà soltanto uno dei due a ottenere l’indennità.
«Viene di fatto eliminato il requisito di avere il coniuge a carico e dunque per avere il bonus basterà avere almeno un figlio a carico». Così il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha confermato la rimozione della restrizione secondo cui i beneficiari dovevano essere solo sposati o legalmente separati o divorziati. L’Agenzia delle Entrate ricorda – all’articolo 12, comma 2 del Tuir – che sono considerati fiscalmente a carico i figli di età non superiore a 24 anni con reddito complessivo fino a 4 mila euro al lordo degli oneri deducibili, ma anche quelli con più di 24 anni se hanno un reddito non superiore a 2.840,51 euro.
Nella circolare 22/E, viene sottolineato il concetto di convivenza di fatto: si riferisce a due persone maggiorenni, unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile, il cui status sia regolarmente dichiarato all’anagrafe e risulti dallo stato di famiglia. Nel caso in cui, però, il loro rapporto non sia in alcun modo denunciato all’anagrafe – ma i due abbiano almeno un figlio fiscalmente a carico, redditi inferiori a 28 mila euro e la giusta capienza d’imposta – entrambi possono percepire il bonus Natale, anche se in maniera non giuridicamente riconosciuta.
Fare domanda è molto semplice. Sarà sufficiente presentare al datore di lavoro un’autocertificazione in cui si dà conferma di avere tutti i requisiti previsti dalla misura e presentare il codice fiscale del figlio o dei figli a carico. Il termine per i lavoratori nel settore pubblico è già passato (era entro le 12 di venerdì 22 novembre), mentre idipendenti del settore privato, invece, non hanno un termine fisso, ma sarà a discrezione dell’azienda e del datore di lavoro stabilirlo. È importante che ci sia tempo di verificare i requisiti dei richiedenti ed elaborare l’erogazione per le buste paga di dicembre, insieme alla tredicesima mensilità.
Il sostituto d’imposta riconoscerà il contributo insieme alla prossima tredicesima mensilità, generalmente in arrivo con la busta paga di dicembre.In ogni caso, il lavoratore che, pur avendo diritto al bonus, non dovesse riceverlo, potrà «recuperarlo» con la dichiarazione dei redditi relativa all’anno d’imposta 2024, da presentare a metà 2025, in modo daottenere quei 100 euro sotto forma di detrazione.Non si troveranno più in busta paga, quindi, ma intesi come uno « sconto » sulla somma da versare al Fisco.
L’importo di 100 euro, come ribadito inizialmente, è da considerare netto – a differenza della prima versione provvisoria dell’indennità – dal momento che «non concorre alla formazione del reddito complessivo del lavoratore dipendente», ha specificato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo. Si tratta di un intervento che «si affianca ad altre agevolazioni già messe in atto, come la riduzione dell’Irpef e del cuneo fiscale, per sostenere le famiglie e promuovere una maggiore crescita economica», ha aggiunto.