Ragusa – “Eni deve tornare a investire a Ragusa, e lo deve fare in modo significativo, per una industria di prospettiva, che garantisca gli assetti occupazionali attuali del diretto e dell’indotto, e quelli che negli anni verranno. Noi alla riconversione ci crediamo. E abbiamo la forza e le intelligenze per poterla sostenere. Un mese dopo la presentazione di un piano industriale che ci vedeva dismessi, abbiamo fatto ricredere Eni sulle loro posizioni iniziali. Inizia a cambiare la narrazione nei confronti di Ragusa. Ma in mano non abbiamo nulla, solo annunci. « Il giorno dopo l’annuncio di Eni, abbiamo intrapreso insieme ai lavoratori un percorso di mobilitazione che va ben oltre i confini dello stabilimento stesso. La nostra azione coinvolge le parti sociali, le istituzioni e le forze politiche locali.
Il sito di Versalis Ragusa è una risorsa fondamentale per la nostra città e per il nostro territorio, e noi rivendichiamo la sua continuità industriale a difesa del territorio e per il suo sviluppo », dichiarano le segreterie di Filctem Cgil e Uiltec Uil Ragusa. Al Centro Studi Feliciano Rossitto si è svolta un’importante e partecipata assemblea pubblica promossa dalle segreterie di Filctem Cgil e Uiltec Uil di Ragusa, che ha visto l’intervento di numerosi lavoratori assieme a esponenti delle forze politiche e delle istituzioni locali. Anche questo, un passo importante nel percorso di mobilitazione che non si fermerà finché non si otterranno impegni concreti e tangibili da parte di Eni. « È fondamentale che tali impegni, annunciati da Eni, siano accompagnati da una garanzia istituzionale. Il governo deve fare da garante per assicurare che qualsiasi promessa venga mantenuta », continuano i rappresentanti sindacali. Nel corso dell’incontro è stato sottolineato che Eni, con la trasformazione della chimica di base, prevede di risparmiare 5 miliardi di euro. Un dato, non una stima, che mette in evidenza la dimensione economica dell’operazione. « Eni ha già incassato importanti somme da attività che riguardano il nostro territorio: 128 miliardi di lire dalla vendita dei cementifici INSICEM a Colacem nel 1999, 65 milioni di euro mai spesi per la collettività, e ben 8 miliardi di euro derivanti dai proventi del petrolio ragusano negli ultimi 20 anni, di cui 3 miliardi solo negli ultimi dieci », aggiungono le sigle sindacali. Per questo motivo, Filctem Cgil e Uiltec Uil di Ragusa chiedono un impegno forte e concreto da parte di Eni, per garantire una continuità industriale con investimenti di sostanza, veri e di prospettiva. La stessa richiesta è stata condivisa e promossa dalle forze politiche di tutto l’arco costituzionale presenti all’assemblea.
In attesa di risposte concrete, con le giuste garanzie per la continuità del sito industriale di Ragusa, la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori non si fermerà.