Donald Trump, il più anziano presidente mai eletto negli Stati Uniti a 78 anni, si distingue per un amore incondizionato per il junk food. Con hamburger, patatine e Diet Coke come pilastri della sua alimentazione quotidiana, la relazione del neo rieletto presidente con il cibo non è solo personale, ma anche politica. Non è raro vedere Trump nei fast food, come dimostrato durante la sua campagna elettorale, quando si è immortalato mentre friggeva patatine in un McDonald’s, un gesto simbolico che lo ha avvicinato al cuore dell’elettorato americano.
La contrapposizione tra Trump e Kamala Harris sulla questione alimentare durante le elezioni ha messo in luce due visioni radicalmente diverse. Mentre Harris promuoveva l’alimentazione casalinga, esibendo le sue abilità culinarie, Trump enfatizzava la semplicità e il comfort dei fast food, consolidando la sua immagine di uomo vicino alla gente comune. Tuttavia, il suo approccio alimentare ha sollevato non poche critiche, non solo per la sua salute personale, ma anche per le implicazioni che potrebbe avere sulla politica alimentare nazionale. Gareth Davies, giornalista del Telegraph, ha deciso di mettersi nei panni gastronomici del presidente per una settimana, cercando di capire cosa significhi vivere seguendo la “dieta Trump”. Il menu quotidiano è presto detto:
Colazione: niente (o al massimo bacon e uova fritte) Pranzo: saltato Cena: un banchetto di junk food, che spazia tra due Big Mac, due Filet-O-Fish, un milkshake al cioccolato, un secchio di pollo fritto di KFC o una bistecca ben cotta con patatine Bevande: zero acqua, ma 12 Diet Coke al giorno.
Il risultato? Un disastro fisico e mentale. Davies ha descritto sudorazioni anomale, disturbi fisici e un senso generale di malessere. Paradossalmente, ha perso peso, un effetto attribuito alla povertà nutrizionale della dieta e alla scarsa idratazione. “Non mi sono mai sentito così poco in salute e non ho mai desiderato così tanto un bicchiere d’acqua in vita mia”, ha confessato il giornalista, aggiungendo: “Francamente, non capisco come Donald Trump sia ancora vivo”.
La passione di Trump per il fast food non è una novità. Durante il suo primo mandato, il presidente aveva già mostrato il suo approccio poco ortodosso alla politica alimentare. Nel 2020, il vice sottosegretario dell’Agricoltura aveva suggerito di ridurre frutta e verdura nelle mense scolastiche a favore di pizza e hamburger. Nel 2019, Trump offrì un buffet di fast food ai giocatori di football universitario in visita alla Casa Bianca, dichiarando con orgoglio che si trattava di “grande cibo americano”.
L’ossessione di Trump per il junk food non è priva di conseguenze. Andre Rush, ex chef della Casa Bianca, ha espresso preoccupazioni sulla dieta del presidente, sottolineando i rischi per la salute legati a un’alimentazione così squilibrata. Con l’età avanzata e la mancanza di esercizio fisico, la dieta Trump potrebbe avere un impatto significativo sul suo benessere fisico, inviando al contempo un messaggio contraddittorio in un’epoca in cui la consapevolezza sull’importanza di una dieta sana è in crescita.
La rielezione di Trump ha riacceso il dibattito sulla politica alimentare americana. La nomina di Robert F. Kennedy Jr. come capo del Dipartimento della Salute ha sollevato interrogativi sulle priorità nutrizionali della nuova amministrazione. Una foto virale post-elezione, che ritraeva Trump, Kennedy ed Elon Musk mentre mangiavano hamburger su un jet privato, è stata accompagnata dalla didascalia ironica “L’America la rendiamo sana domani”, sollevando ulteriori critiche e derisioni.