Le città andaluse di Málaga e Cadice sono state teatro di massicce manifestazioni contro il turismo di massa e il suo impatto sul mercato immobiliare. Organizzato dall’Unione degli inquilini di Malaga, più di 18.000 persone sono scese in piazza per esprimere la loro preoccupazione per i cambiamenti dirompenti causati dal flusso incessante di turisti e “nomadi digitali”.
A Malaga, all'insegna del motto “Malaga per vivere, non per sopravvivere”, la manifestazione ha attirato più di 15.000 persone provenienti da vari settori sociali, che hanno chiesto una revisione dell'attuale modello turistico e una migliore regolamentazione. A Cadice, secondo i dati della Polizia Nazionale spagnola, si sono uniti alla protesta più di 3.000 manifestanti.
Durante le manifestazioni si sono verificati piccoli incidenti quando un gruppo di estrema destra ha cercato di interrompere la marcia a Malaga, ma è stato rapidamente respinto dai manifestanti.
Al termine delle manifestazioni è stato letto il “Manifesto del vicinato”, che denuncia il “crollo turistico e il rentismo spazzino” che ha trasformato le aree residenziali in alloggi temporanei, sfollando i residenti locali. Il manifesto chiede la difesa della funzione sociale dell'abitazione e del diritto alla città, promettendo una lotta continua per preservare l'integrità e il carattere delle sue comunità.
Queste proteste si uniscono a movimenti simili in altre parti della Spagna, tra cui Palma di Maiorca e le Isole Canarie, riflettendo una crescente inquietudine nazionale contro le conseguenze negative del turismo di massa.