La medicina ha compiuto un’impresa senza precedenti. Per la prima volta, i pazienti con gravi danni alla cornea hanno recuperato la vista. Ciò è stato possibile grazie a una tecnica vincitrice del Premio Nobel nel 2012 che utilizza le cellule staminali per invertire la cecità.
Secondo gli esperti, il nuovo trattamento non richiede donatori compatibili, il che riduce il rischio di rigetto immunologico. Anche così, la procedura è ancora considerata sperimentale. Ciò significa che sono necessari nuovi studi per dimostrarne l’efficacia e la sicurezza.
I pazienti hanno avuto un miglioramento significativo
- La procedura è stata eseguita su quattro persone in Giappone.
- Tre di loro hanno mostrato un miglioramento significativo e duraturo, mentre il paziente con la condizione più grave ha avuto una leggera inversione dopo un anno.
- Vivevano tutti con una carenza di cellule staminali limbari.
- La mancanza di queste cellule fa sì che la cornea inizi a ricoprirsi di tessuto cicatriziale, perdendo la sua trasparenza e portando alla cecità.
- I trattamenti esistenti comprendono il trapianto di cellule corneali ottenute dall'occhio sano del paziente o da donatori.
- Tuttavia, queste procedure possono essere invasive e non sempre risolvono il problema.
Per saperne di più
Le cellule staminali sono state utilizzate per ripristinare la vista
La soluzione trovata per superare i limiti esistenti si basa sulla ricerca condotta da Shinya Yamanaka e John Gurdon, premi Nobel nel 2012. Gli scienziati hanno dimostrato che è possibile indurre cellule adulte mature a uno stato simile a quello delle cellule staminali embrionali, che possono trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula.
Con queste informazioni, i medici hanno utilizzato cellule del sangue di un donatore sano, le hanno riprogrammate allo stato embrionale e le hanno trasformate in uno strato sottile e trasparente di cellule del rivestimento corneale, che sono state trapiantate in pazienti giapponesi.
Inoltre, durante l’intervento chirurgico, il tessuto cicatriziale che ricopriva la cornea danneggiata è stato rimosso, lasciando la superficie pronta per il trapianto. Successivamente, uno strato di cellule epiteliali (che ricoprono la superficie) della cornea, coltivate in laboratorio a partire da cellule staminali, è stato posizionato sull'area e fissato con suture sottili.
Per proteggere l’innesto e favorire la guarigione, è stata posizionata una lente a contatto terapeutica sulla cornea. I risultati della procedura sono stati descritti in uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet.