La crescente domanda di elettricità determinata dall’espansione dei data center, soprattutto a causa della crescita dell’intelligenza artificiale e del cloud computing, sta sollevando preoccupazioni ambientali.
Un rapporto Reuters avverte che, a causa della lentezza nell’implementazione dell’energia pulita, molti paesi stanno soddisfacendo questa domanda con combustibili fossili, come gas naturale e carbone.
Negli Stati Uniti, ad esempio, diverse utility stanno espandendo gli impianti di gas e rinviando lo smantellamento degli impianti fossili per servire nuovi data center. La situazione è simile in paesi come Polonia, Germania e Malesia.
Per saperne di più:
- Lo scenario rappresenta una sfida per i governi che lottano per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, come discusso alla conferenza sul clima COP29.
- Gli impegni delle principali aziende tecnologiche come Meta, Amazon e Microsoft ad utilizzare l’energia rinnovabile sono stati messi in discussione, poiché spesso implicano semplicemente il riutilizzo dell’energia pulita esistente.
- L’espansione dei data center potrebbe anche danneggiare gli sforzi globali sul clima, con il settore dei data center che si prevede genererà fino a 2,5 miliardi di tonnellate di CO₂ entro il 2030, paragonabili alle emissioni annuali della Russia.
In alcune regioni, come la Polonia, la dipendenza dal carbone è ancora necessaria a causa della carenza di fonti energetiche rinnovabili. Ciò complica ulteriormente il quadro delle emissioni, con paesi come Irlanda e Germania che utilizzano anche gas e persino carbone per alimentare nuovi data center.
La situazione illustra la tensione tra la crescente domanda di tecnologia e l’urgente necessità di passare a fonti energetiche più sostenibili.