Nella decisione che autorizzava l'arresto del personale militare coinvolto in un presunto piano di assassinio del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (PT), del vice Geraldo Alckmin (PSB) e del ministro della Corte Suprema Federale (STF), Alexandre de Moraes, relatore del caso , che è stato anche magistrato responsabile della decisione, ha fatto 44 menzioni di se stesso, citando estratti dell'indagine che lo ha coinvolto direttamente.
Questo fatto ha generato nuove discussioni giuridiche, poiché solleva la possibilità di nullità delle decisioni di Moraes, alla luce del sistema contraddittorio brasiliano. In questo contesto, il magistrato ha svolto un duplice ruolo, sia quello di giudice che quello di presunta vittima, che potrebbe compromettere l'imparzialità del processo.
Non è la prima volta che Moraes si trova al centro di possibili illegalità. Alcuni mesi fa, alcuni messaggi trapelati dagli ex consiglieri del ministro indicavano che quest'ultimo aveva superato i limiti del procedimento legale nell'ambito dell' »indagine sulle fake news », adottando azioni che normalmente sarebbero di competenza della Polizia Federale (PF) e del Procuratore Generale. Ufficio.
La stessa fuga di notizie ha anche rivelato che Moraes ha utilizzato le risorse della Corte Elettorale Superiore (TSE) per ottenere informazioni e preparare rapporti sui manifestanti che criticavano le sue azioni. Inoltre, avrebbe adottato misure per intensificare la censura su X (ex Twitter), in seguito al rifiuto di Elon Musk di limitare i contenuti a lui sfavorevoli.
Ora, con l'arresto del personale militare accusato di aver pianificato la morte delle autorità e di aver tentato di attuare un colpo di stato nel 2022 per impedire l'insediamento di Lula, il ministro ha ripetuto il proprio nome 44 volte. Ha utilizzato queste menzioni per giustificare l'autorizzazione dei mandati di arresto, denunciando il coinvolgimento degli uomini in azioni che, secondo lui, miravano a realizzare il colpo di stato e impedire l'insediamento del membro del PT, oltre a limitare il funzionamento della magistratura.
Nella sua decisione, Moraes ha precisato l'identificazione di “azioni operative illecite effettuate da personale militare specializzato nelle Forze Speciali (FE)”, con l'obiettivo di consentire il colpo di stato. Ha menzionato anche il « monitoraggio » della sua persona da parte degli indagati, oltre a evidenziare le interazioni tra Mauro Cid, ex aiutante di campo dell'ex presidente Jair Bolsonaro (PL), e uno degli arrestati nell'operazione.
Come in altri momenti, il ministro ha ripetuto il suo nome, in terza persona, ricordando che “la rappresentanza di polizia sottolinea che, con l'approfondimento delle indagini, basate sull'operazione Tempus Veritatis, è stato possibile individuare nuovi elementi di prove che hanno evidenziato la pianificazione, organizzazione ed esecuzione delle azioni di monitoraggio da parte del ministro Alexandre de Moraes”.