Neuralink, responsabile della creazione di chip cerebrali che promettono di aiutare le persone affette da qualche tipo di paralisi, è pronta ad andare oltre. L'azienda di Elon Musk prevede ora di collegare gli impianti a un braccio robotico, consentendo ai pazienti di acquisire ancora più autonomia.
I test della nuova tecnologia inizieranno in Canada. Le autorità del paese hanno autorizzato la realizzazione della sperimentazione clinica denominata CAN-PRIME.
L'azienda inizierà a reclutare pazienti
In una dichiarazione, Neuralink ha affermato che il lavoro mira a valutare la sicurezza dell'impianto e del robot chirurgico e ad analizzare la funzionalità iniziale della tecnologia. L'azienda sottolinea inoltre che i dispositivi devono essere controllati dal pensiero degli utenti.
A tal fine, gli scienziati dell’azienda inizieranno il processo di reclutamento dei pazienti. È necessario avere più di 18 anni e avere una capacità limitata o nulla di usare entrambe le mani a causa di una lesione del midollo spinale cervicale o di sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
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L'azienda sottolinea che, se i test avranno esito positivo, i pazienti affetti da paralisi otterranno un nuovo livello di autonomia. “Questo è un primo passo importante verso il ripristino non solo della libertà digitale, ma anche della libertà fisica”, ha affermato la società.
L'idea è che le due persone che hanno già ricevuto il chip cerebrale Neuralink negli Stati Uniti possano anche testare in seguito il controllo del braccio robotico. Entrambi ora possono controllare dispositivi elettronici, telefoni cellulari e schermi.
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Noland Arbaugh è stato il primo paziente Neuralink a ricevere un chip cerebrale (Immagine: Reproduction/X/Neuralink)
Le promesse di Neuralink creano speranza, ma causano anche preoccupazione
- Sebbene l'approccio tecnologico di Neuralink sia considerato innovativo, ci sono preoccupazioni sull'uso dei suoi dispositivi per il controllo del comportamento.
- I critici mettono in guardia dalla mancanza di regolamentazione e dalla possibilità che un chip impiantato nel cervello possa agire senza un’adeguata supervisione, sollevando questioni etiche sull’uso della tecnologia.
- Neuralink ha già effettuato test sugli animali e, qualche anno fa, ha ricevuto l’approvazione per la sperimentazione umana negli Stati Uniti.
- Finora, due pazienti hanno ricevuto l’impianto cerebrale.
- In uno di essi, però, i fili si sono retratti, riducendo il numero di elettrodi capaci di decodificare i segnali cerebrali.
- L'azienda di Elon Musk è riuscita a ripristinare alcune funzionalità aggiustando l'algoritmo per aumentare la sensibilità, ma il caso ha generato ancora più critiche.
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