L'ex consigliere per gli affari internazionali di Jair Bolsonaro, Filipe Martins, è ancora una volta oggetto di indagini nell'ambito della “indagine sul colpo di stato”. La Polizia Federale (PF) sta preparando un rapporto che sarà consegnato questo giovedì (21) alla Corte Suprema Federale (STF), in cui rafforza la tesi secondo cui il nome di Martins è stato associato ad un programma di irregolarità nei viaggi internazionali.
Nel febbraio di quest'anno, Martins è stato arrestato nell'ambito dell'operazione Tempus Veritatis, sospettato di aver partecipato a un presunto complotto golpista. All'epoca, il PF aveva sottolineato che l'ex consigliere aveva aggirato il sistema di immigrazione brasiliano, non effettuando la procedura di uscita con il suo passaporto nel territorio nazionale, nonostante avesse registrato l'ingresso negli Stati Uniti presso il controllo dell'immigrazione nordamericano.
Secondo le informazioni diffuse dal portale R7, l'ultimo rapporto d'inchiesta suggerisce ora una nuova tesi, secondo cui il passaporto di Filipe Martins sarebbe stato presentato da un'altra persona, nell'ambito di una delegazione presidenziale, sebbene non fosse presente.
Il sostegno sta già alimentando nuovi scontri per la fragilità delle prove a carico dell'ex consigliere. L'avvocato di Martins, Sebastião Coelho da Silva, ha criticato le accuse e ha minimizzato la rilevanza della citazione nel rapporto.
“Naturalmente vedo l’eventuale menzione del nome di Filipe in relazione al viaggio, poiché il PF deve cercare di giustificare ciò che ha fatto. Non potrete!”, ha detto l’avvocato.