Roma – Al momento è tutto fermo nonostante gli annunci e l’approvazione del nuovo Codice della Strada avvenuto in Parlamento. Manca ancora la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, soprattutto mancano i decreti attuativi di due ministeri, quello dei Trasporti e quello degli Interni, per rendere operative alcune norme presenti nel dispositivo di legge approvato alla Camera che però già suscita infinite polemiche tra gli operatori di mobilità collettiva. Norme che definiscono «ideologiche e inapplicabili»; dal forte «contenuto vessatorio», incapaci di ascoltare gli attori di questo mercato, nonostante le varie audizioni parlamentari e alcuni emendamenti al nuovo Codice, presentati da alcune forze di maggioranza come Forza Italia e Fdi, bocciate però prima della definitiva approvazione.
Per chi si sposta in monopattino si annunciano tempi duri. Oltre a sottoscrivere un’assicurazione i proprietari dovranno infatti anche munirsi di targa. Il nuovo codice della strada prevede a questo proposito « l’obbligo di chiedere il rilascio di apposito contrassegno identificativo adesivo, plastificato e non rimovibile, stampato dall’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato secondo le modalità previste con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ». In più, l’obbligo di casco viene esteso a tutti i conducenti di monopattini elettrici, inclusi i maggiorenni. E non è finita. Nel testo viene precisato che questi mezzi « possono circolare solo su strade urbane con limite di velocità non superiore a 50 km/h ». In poche parole i monopattini non potranno uscire dalle aree urbane e, sebbene il testo non lo vieti espressamente, potrebbero essere banditi da piste ciclabili e aree pedonali.
La legge stabilisce poi il divieto di parcheggiare i monopattini sul marciapiede. Viene però precisato che « i comuni, a condizione che il marciapiede, per dimensione e caratteristiche, lo consenta, possono individuare con ordinanza aree di sosta riservate ai monopattini anche sul marciapiede, purché nella parte rimanente dello stesso sia assicurata la regolare e sicura circolazione dei pedoni e delle persone con disabilità ». Ai monopattini viene « comunque consentita la sosta negli stalli riservati ai velocipedi, ai ciclomotori e ai motoveicoli ».
Ad essere furiose sono soprattutto le società di sharing che ora temono un contraccolpo non indifferente al loro business. Le nuove regole « avranno un impatto per quanto riguarda i costi » dice Michele Francioni, direttore operativo della Bit Mobility. « Basti pensare al passaggio di assicurazione da Rc a Rc Auto. E poi ci sarà da mettere una targa data presumiamo dalla motorizzazione. Operazioni che avranno a loro volta un impatto finanziario annuale non banale ». « La cosa più grave è il casco » sentenzia Francioni. « Una posizione che noi riteniamo ideologica. Tra bici e monopattino ad esempio, i dati dicono che gli incidenti sono inferiori coi primi. Se poi parliamo di sharing, non ci sono incidenti mortali coi monopattini e in generale sono molto più bassi rispetto a quelli con le biciclette come dice l’osservatorio nazionale, un ente governativo. Abbiamo provato a far notare la cosa a tutti i livelli, ma niente ». La legge non dice che le aziende che fanno noleggio, debbano garantire il casco. « Sarà una scelta aziendale » osserva il direttore di Bit Mobility. Che però sottolinea: « A Firenze avevamo posizionato 150 caschi e nell’arco di due settimane o sono stati danneggiati o sono spariti, nonostante avessero il lucchetto sulla barra. Non è il problema di chi il casco non lo vuole utilizzare a prescindere. Dobbiamo capire quali saranno le conseguenze per il settore ma di sicuro tutto questo ci porterà dei costi aggiuntivi che non sono sostenibili. È un danno grave per tutti ».