Oggi, 30 giugno 2023, una storica decisione emessa dal Tribunale elettorale superiore (TSE) pone l’ex presidente Jair Bolsonaro, del PL, fuori dallo scenario elettorale del Paese.
Il collegiale TSE ha formato una maggioranza per considerare Bolsonaro ineleggibile per un periodo di otto anni, a partire dal 2022, l’ultima elezione in cui ha disputato.
La decisione dei magistrati si basa sull’accusa che l’uomo di destra abbia rappresentato una minaccia allo stato di diritto democratico mettendo in dubbio l’equità del processo elettorale nel Paese. In una democrazia sana, le domande e il dibattito sono comuni, dove la libertà di espressione e di pensiero è rispettata. Tuttavia, nell’attuale contesto di escalation autoritaria che sta attraversando il Brasile, mettere in discussione il processo elettorale è stato sempre meno consentito, creando un precedente per criminalizzare qualsiasi azione simile.
Jair Bolsonaro è, per la prima volta, il primo ex presidente della Repubblica ad essere condannato e allontanato dalla politica non per coinvolgimento in casi di corruzione, ma per le sue inchieste sulla correttezza delle macchine per il voto elettronico, che è arrivato anche a difendere un sistema di voto stampato verificabile.
La decisione TSE riflette una posizione virtualmente maggioritaria dei ministri, i quali ritengono che le dichiarazioni e gli atteggiamenti di Bolsonaro, mettendo in discussione l’integrità del sistema elettorale, mettano a rischio i principi fondamentali della democrazia brasiliana. La corte sostiene che la condotta dell’ex capo dell’esecutivo federale ha ecceduto i limiti della libertà ponendo una minaccia alla stabilità istituzionale del Paese.