Rimuovere l’acqua dall’aria può migliorare il comfort in molti luoghi e fornire una risorsa vitale nelle aree con scarsità d’acqua. Tuttavia, il processo di estrazione dell’acqua dall’aria presenta delle sfide, soprattutto quando si utilizzano polimeri adsorbenti.
Questi materiali sono efficaci, ma la rimozione dell’acqua richiede il riscaldamento a temperature elevate, il che rende il processo costoso e inefficiente. Recentemente, un’innovazione potrebbe cambiare questo scenario. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista ACS ES&T Acqua.
I ricercatori hanno sviluppato un nuovo tipo di adsorbente che rilascia acqua a temperature molto più basse, intorno ai 35°C, invece dei tradizionali 100°C.
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Questo progresso utilizza due polimeri: il polietilenglicole, un materiale già utilizzato in diversi settori, e il polipropilene glicole, comune in articoli come i paintball. La differenza essenziale tra loro è la loro capacità di trattenere l'acqua. Competendo per le molecole d’acqua, i polimeri creano un meccanismo di trasferimento che facilita l’estrazione del liquido.
Questo sviluppo ha un grande potenziale per essere applicato in regioni aride o con risorse energetiche limitate, oltre a offrire soluzioni per emergenze e disastri naturali. Secondo i ricercatori dell'Università Metropolitana di Osaka, i futuri miglioramenti potrebbero aumentare l'efficienza del sistema e ridurre l'impatto ambientale, contribuendo a una gestione idrica più sostenibile.
La tecnologia potrebbe essere fondamentale per l’approvvigionamento idrico in tempi di crisi, offrendo un modo più conveniente ed efficiente per estrarre l’acqua dall’aria.