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Un pianeta 1.500 volte più giovane della Terra sfida la scienza

Nonostante gli enormi progressi compiuti negli ultimi anni, sappiamo ancora molto poco dell’Universo. Prova di ciò è la scoperta più recente fatta dagli scienziati dell’Università della Carolina del Nord, negli Stati Uniti.

Il team ha annunciato l'identificazione di uno dei pianeti più giovani mai visti. Chiamato TIDYE-1b, ha appena 3 milioni di anni, il che significa che è 1.500 volte più giovane della Terra (che ha 4,5 miliardi di anni).

  • L'esopianeta, definizione data ai mondi esterni al Sistema Solare, è stato scoperto utilizzando il metodo dei transiti.
  • Questa tecnica consiste nell'osservare il passaggio del pianeta da parte della sua stella, attenuandone temporaneamente la luce e rivelandola all'osservatore.
  • In questo caso specifico, gli astronomi hanno utilizzato il telescopio Transiting Exoplanet Survey Satellite TESS della NASA.
  • I risultati sono stati descritti in uno studio pubblicato sulla rivista Nature.
Il telescopio TESS della NASA cerca esopianeti nello spazio (Immagine: Alejo Miranda/Shutterstock)

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La scoperta ha lasciato gli scienziati incuriositi

Nell’Universo sono già stati trovati diversi pianeti più giovani della Terra. Tuttavia, avevano tra i 10 e i 40 milioni di anni, il che rende sorprendente la scoperta di TIDYE-1b.

Inoltre, tali giovani esopianeti sono spesso nascosti da dischi di gas e polveri che formano il cosiddetto “disco protoplanetario”. Gli scienziati spiegano che in questo caso, poiché orbita attorno alla stella con un angolo diverso rispetto al disco, è diventato visibile, andando contro ciò che si sa sulla formazione dei pianeti.

Scoperto un pianeta molto più giovane della Terra (Immagine: NASA, ESA, CSA, Dani Player)

L'equipe responsabile del lavoro evidenzia inoltre che il pianeta è molto vicino alla stella e impiega appena nove giorni per compiere una rivoluzione attorno ad essa. Pertanto, i ricercatori ritengono che TIDYE-1b potrebbe diventare una “super-Terra” o un “sub-Nettuno”, tipi di pianeti che non esistono nel Sistema Solare, ma che sembrano essere comuni nella nostra galassia.

La scoperta potrebbe aiutare gli scienziati a comprendere meglio le fasi iniziali della formazione planetaria, nonché le caratteristiche particolari di questo processo. Inoltre, il mondo giovane è la prova che i pianeti possono formarsi molto prima di quanto si pensasse in precedenza.

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