Nel 2023, durante un'escursione sulle Alpi italiane con il marito, una donna si è imbattuta in uno straordinario « mondo perduto » di 280 milioni di anni. Indagato dai ricercatori, l'ecosistema ha rivelato impronte di una varietà di animali, fossili di piante e persino segni di gocce di pioggia.
Capire:
- Durante un'escursione attraverso le Alpi italiane nel 2023, una donna ha trovato un mondo perduto vecchio di 280 milioni di anni;
- Gli esperti hanno indagato sul sito e hanno trovato impronte di diversi animali preistorici, fossili di piante e segni di gocce di pioggia e onde;
- L'ecosistema risale al periodo Permiano, da circa 299 milioni a 252 milioni di anni fa;
- Quel periodo portò un’ondata di caldo che spazzò via il 90% delle specie terrestri.
Impronte in un ecosistema perduto nelle Alpi italiane. (Immagine: Lorenzo Marchetti, Museo di Storia Naturale di Milano)
Al Il GuardianoClaudia Steffensen ha rivelato che stava camminando quando ha calpestato una roccia che somigliava molto a una lastra di cemento. “Ho notato questi strani disegni circolari con linee ondulate. Ho guardato più da vicino e ho capito che erano impronte. Come gli esperti avrebbero presto scoperto, i documenti in questione appartenevano a un rettile preistorico.
Per saperne di più:
- Un fossile raro rivela i segreti dell'evoluzione degli pterosauri
- I fossili trovati in Australia rivelano uno degli animali più antichi del mondo
- Fossile di « girino gigante » scoperto in Argentina
Il mondo perduto nelle Alpi aveva impronte di più di 5 specie preistoriche
Secondo quanto riferito dai ricercatori, il mondo perduto risale al periodo Permiano, tra 299 milioni e 252 milioni di anni fa. Questo periodo fu segnato da un’ondata di riscaldamento che causò l’estinzione del 90% delle specie terrestri – un evento noto come la Grande Morte.
La squadra ha trovato impronte e fossili di piante. (Immagine: Elio Della Ferrera/Museo di Storia Naturale di Milano)
Oltre alle impronte di rettili, anfibi, insetti e artropodi, il team ha trovato anche fossili di piante e segni lasciati dalle gocce di pioggia e dalle onde sulle rive di un lago preistorico. “Le impronte sono state lasciate quando queste arenarie e scisti erano ancora sabbia e fango inzuppati d'acqua sulle rive di fiumi e laghi, che periodicamente, secondo le stagioni, si seccavano”, spiega nel comunicato il paleontologo Ausonio Ronchi.
Il team afferma inoltre che i reperti sono stati lasciati da almeno cinque specie di animali diversi – alcuni dei quali raggiungono circa 2 o 3 metri di lunghezza – delle stesse dimensioni dei draghi di Komodo.
Il post Una donna scopre il « mondo perduto » durante un'escursione nelle Alpi italiane è apparso per la prima volta su Olhar Digital.