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Una tecnica innovativa osserva l'interno del vulcano con una precisione senza precedenti

I ricercatori del Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS) e dell’Istituto di fisica planetaria di Parigi (IPGP) hanno sviluppato una nuova tecnica di imaging intelligente che offre uno sguardo dettagliato e approfondito all’interno di un vulcano.

Ispirato alle tecniche di imaging medico e ai microscopi ottici, l’approccio migliora il metodo “array imaging”, superando le limitazioni legate alla mancanza di sensori sufficienti, chiamati geofoni, per registrare le onde sismiche.

Queste onde, riverberando nel sottosuolo, rivelano i diversi materiali presenti nella crosta terrestre. Con la nuova tecnica, questa mappatura diventa più semplice e precisa.

a) Vista 3D del vulcano ottenuta mediante migrazione confocale della matrice di riflessione. L'immagine ottenuta è offuscata dalle distorsioni delle onde sismiche causate dalle eterogeneità del vulcano. b) Immagine matriciale del vulcano ottenuta attraverso leggi di messa a fuoco adattativa che ne compensano le eterogeneità. L'immagine rivela il tortuoso condotto della Soufrière a 5 km di profondità. Inoltre, è stata identificata una zona di stoccaggio del magma con una complessa serie di lenti magmatiche orizzontali collegate tra loro. Crediti: Elsa Giraudat/Comunicazioni Terra e Ambiente.

In un articolo pubblicato sulla rivista Comunicazioni Terra e Ambienteche descrive la ricerca, gli autori spiegano che il monitoraggio della pressione e dell'inflazione del magma è fondamentale per prevedere le eruzioni vulcaniche, rendendo la comprensione dello stoccaggio profondo del magma cruciale per la valutazione del rischio. Tuttavia, mappare questi sistemi sotterranei è sempre stata una grande sfida.

Per saperne di più:

Il test è stato effettuato su un vulcano nei Caraibi

Obiettivo dei test era il vulcano La Soufrière, in Guadalupa, nei Caraibi. Sebbene la rete di geofoni nel sito sia limitata, il team ha sviluppato un modo per combinare i dati provenienti dai sensori disponibili, estraendo dettagli che altrimenti sarebbero invisibili a ciascuno individualmente. La tecnica riduce le distorsioni causate dalle onde sismiche quando interagiscono con diversi elementi sotterranei, utilizzando un effetto noto come “memoria” per ricreare i segnali originali.

Cratere del vulcano La Soufrière, vicino a Saint-Claude, Guadalupa, nei Caraibi. Credito: Iacob Madaci – IstockPhoto

Con questo metodo i ricercatori sono riusciti a “decodificare” le distorsioni e rivelare la struttura interna di La Soufrière fino a 10 chilometri di profondità, con una precisione di 100 metri. Le scoperte includono diversi strati di deposito di magma interconnessi con altre strutture geologiche profonde.

Oltre ad aumentare la conoscenza sulle dinamiche interne dei vulcani, questa tecnica può aiutare a prevedere le eruzioni, il che ha il potenziale per salvare vite umane nelle regioni vulcaniche di tutto il mondo. L'uso dell'imaging a matrice, che funziona con i dati esistenti senza la necessità di sensori aggiuntivi, può essere applicato a diversi vulcani.

Secondo i ricercatori, questa tecnica potrebbe rivoluzionare il modo in cui gli scienziati comprendono e modellano i sistemi vulcanici.

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